Le mansioni lavorative mi stanno portando a trascorrere molto tempo nelle comunitá, al campo come il castigliano ben definisce queste missioni. Una decina si trovano un centinaio di chilometri e sei ore di macchina a sud di
Cairoma, sede del municipio a cui si riferiscono le comunitá dove lavoro, non é esattamente una metropoli. Paragonandola ad una cittá occidentale non cé gran fonte di divertimento che non sia l’alcool, che i locali consumano ad ogni occasione utile, indipendentemente siano le nove del mattino o le dieci di sera. Cosí quando non sono alle comunitá e non posso lavorare al computer perché salta l’energia elettrica, il passatempo principale sono le passeggiate tra i campi di patate, in questo periodo in fiore, che offrono delle viste spettacolari, con l’Illimani, montagna che da sola meriterebbe un libro per tutte le storie strane e gli accadimenti inspiegabili che la caratterizzano. I paesaggi sembrano disegnati dai bambini, infinite montagne con il sole e le nuvole che spuntano in cima, di tanto in tanto delle case con il loro campicello e degli esseri che alla distanza potrebbero essere uomini, ma che fino a quando non ci si avvicina non é dato confermarlo, potendo rivelarsi essere animali o spaventapasseri.
E poi c’é il tempo per l’analisi degli esseri curiosi che popolano questo paesello: la signora dalle lunghe trecce bianche che possiede la gallina da una gamba sola, il gallo piú grande e pauroso che si sia mai visto, le panchine della piazzetta che pendono da un lato come le persone che ci si siedono, le capre dispettose che scappano dal gregge e costringono le cholite a rincorrerle imprecando chissá cosa in aymara, le pozzanghere di fango di cui non cé modo di vedere il fondo, gli ubriachi che gongolano fino a cadere addormentati, le ragazzine che appena ti vedono iniziano quella risatina che racchiude chissá quali significati, i maiali che scorrazzano in gruppi e fanno lo stesso effetto d’incontrare le maras salvadoreñe, e poi c’é Persi.
Persi é l’uomo senza dubbio piú gobbo ancora in vita in questo nostro mondo. In sostanza ha le gambe dritte e poi é completamente recrinato in avanti, riuscendo a malapena a vedere davanti a sé perché l’inclinazione del volto gli offre piú che altro lo scenario dei suoi piedi rugosi. Chi sia Persi e cosa faccia, come viva, é per me un mistero. Lo si incontra sempre appallottolato su un sasso o una pietra, un pó all’ombra e un pó al sole. Non riesce ad esprimersi bene, perció tutti i suoni che emette rimangono incomprensibili a me, ma soprattutto ai compatrioti. Credo sia uno gnomo, un essere di un mondo diverso che é stato catapultato dai boschi direttamente a Cairoma. Sono convinto che di notte monti sul suo nastro trasportatore e vada a festeggiare tra compagni piú simili a lui che capiscono che dice, cosa vuole. Persi.
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