venerdì 10 novembre 2006

Despedida ed è già Babilonia

Riprendere a scrivere, parole filanti di altri due mesi trascorsi, in prospettiva Nicaragua si, ma dalla controversa Italia, madre e formatrice.
Prima di lasciare la terra di Sandino, dopo il viaggio motivo calendario ho trascorso gli ultimi giorni in una calda Managua, tra conoscenze sempre più approfondite. L’ultima notte ho salutato tutti gli amici all’ArtCafè dove io e Elena abbiamo provato a regalare gioia tramite le vibrazioni reggae, Jah love! Tutto è iniziato per scherzo, chiacchierando con Jader, gestore del locale, su quanto manchi la musica reggae a Managua. Con la semplicità qui tipica in poche settimane casse e computer erano collegate, pronti a riempire le mura ed il circostante di santa musica. E’ andato tutto ogni più rosea previsione, s’è messo musica dalle otto di sera alle quattro di mattina, solo ed esclusivamente roots.. chi l’avrebbe detto? Ho ballato un sacco, ho lasciato che questa musica si impossessasse del mio corpo, mentre rivoli di sudore scendevano rapidi. Le ragazzine sono proprio brave ballerine, pur d’attaccarsi improvvisano reggaeton anche dove testi e musica poco c’entrano. Ho passato un sacco di tempo con Iris, che mi ha pure aiutato a scegliere alcuni pensieri da portare a casa Italia. Mentre attraversavo il Huembe, il più grande mercato di Managua, sono stato avvolto da sonorità di tamburi, mi sono avvicinato per capire che fosse e, meraviglia!, era il suono prodotto dalle donne che sbattevano sul tavolo le tortillas in preparazione. Sembrava d’essere sotto acido, tutto ovattato da questo TUM TUM TUM, ma aprendo gli occhi donne colorate al lavoro, tra canti e chiacchiere.Il mattino successivo, giorno di partenza, giorno di arrivederci, Elena e Lisy m’accompagnano all’aeroporto, dopo qualche ora passata a chiacchierare giunge il mio tempo. Lungo viaggio destinazione Milano, pensieri contrastanti accompagnano le ore di volo, quelle d’attesa. L’attesa si.Rimetto piede in terra italica, delirium transitionis iniziato che gira a velocità folle. Chiara viene a prendermi a Linate, abbronzantissima e piena d’India. Ritrovare una persona importante. Riavvicinarsi. Notti di scambi, parole, intensità, bene, male.Ritorno per il corso di formazione al servizio civile, passaggio indispensabile per ritornare in Nicaragua. Incontro molte persone interessanti alla formazione, quasi tutti sono già stati all’estero a lavorare, dimostrano una adeguata apertura mentale e voglia di fare bene il loro lavoro. Inizio ad itinerare di casa in casa, gentilmente ospitato da persone che neppure conoscevo. Così, dopo una settimana passata da Chiara, zampetterò da Gaia, poi da Vale, da Velca e di nuovo da Vale.
Nuovamente in partenza, Nicaragua!

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