sabato 5 settembre 2009

LI CEN ZIA TO

Succede che ad inizio settembre ricevo la lieta novella che accomuna tante persone in questi ultimi due anni: LI CEN ZIA TO, ben scandito mi raccomando, perché sia chiaro LI CEN ZIA TO.
La famigerata crisi economica tocca di grosso anche il mondo della cooperazione allo sviluppo, che risente della forte diminuzione di finanziamenti delle entità statali e non a questo preposte. E quindi, con due settimane di preavviso, mi ritrovo senza lavoro, proprio nel momento in cui pure a Chiara termina il contratto. Ottimo!
Dopo qualche giorno di proverbiale nervosismo del genere statemi lontano che se abbaio vi decomponete per l’onda d’urto, recupero lo zenit e inizio a pensare..
E quindi mille paranoie e prospettive, tutto allo stesso tempo. Inizia la roulette che deciderà i nostri prossimi anni. Si cerca lavoro e tra le decine di domande un certo numero di organizzazioni risponde: Albania, Angola, Cuba, Italia. Peccato che queste risposte implichino un colloquio obbligatorio in sede europea… Ma skype sta gente non lo usa? MAH.

Che fare, che non fare? Investire o aspettare?

Decidiamo di andare, nemmeno due settimane dopo aver ricevuto la tragicomica telefonata di conclusione del rapporto di lavoro precedente. Chiudo l’affitto della casa a Santa Cruz organizzando in mezza giornata l’invio di quantità di cose e libri a La Paz. La cultura pesa e costa..mannaggia se costa.. Il tempo di partecipare ad un festival di elettronica che saluta l’arrivo della primavera boliviana e si parte! Destinazione Lima da cui abbiamo incontrato un volo ragionevolmente costoso. Parte anche Chiara che è stata selezionata per un’intervista pure lei.
Il viaggio di due settimane mi porterà a Lima-Madrid-Roma-Venezia-Milano-Barcellona-Madrid-Lima, non male. Le ventisei ore che separano La Paz da Lima in bus diventano trentatre, fosse questo il problema non ci lamenteremmo. Se non fosse che i conduttori del bus peruviano, da buoni ladri riconosciuti in tutto il continente, riescono a rubarci netbook a me e memoria esterna a Chiara. Tutto ciò merita delle righe perché davvero è stato un furto da standing ovation!! Siamo a due ore da Lima, la maggioranza delle persone stanche e piuttosto nervose. In Bolivia come in Perú nervosismo significa fame chimica. E quindi l’impiegato della compagnia decide di sedare gli animi assicurando che ci fermeremo per una sosta dove la compagnia offrirà la cena (extra) per scusarsi per il ritardo. La premessa è che abbiamo comprato un biglietto con la flotta più sicura e conosciuta, giustamente per evitare problemi. Quindi tutti scendono dal bus, io per ultimo, si chiudono le porte e si cena. Si riapre il bus, salgo per primo, e si riparte. In un paio d’ore s’arriva a Lima e velocemente tutti se ne scappano a casa o in ostello come noi. Se non fosse, se non fosse… che aprendo lo zainetto in ostello manca qualcosa, non un’arancia, no no, non una banana, no no, non un quaderno, no no. Un netbook hp super meravigliosamente bellissimo ed efficiente comprato quattro mesi prima negli Stati Uniti. Apriti cielo, ricostruiamo ricostruiamo..che è successo? Beh, i conduttori del bus, veri geni del crimine, hanno approfittato della sosta per esaminare con attenzione ogni singola borsa, ogni singolo zainetto ed attuare il cosiddetto furto selettivo. Certo perché se avessero rubato tutto sarebbe successa la rivoluzione. Essendo che all’apparenza nulla s’era mosso, noi come gli altri non ci siamo accorti di nulla. E voi mi direte… tanti anni in America Latina e ti fai fregare cosí? Risposta.. tanti anni in America Latina e mi faccio fregare così.

BASITO.

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